Ricevo e pubblico con immenso piacere questo articolo del Compagno Jean-Claude Martini, Delegato ufficiale della KFA Italia. Questo pezzo si occupa della questione Covid-19 nella Repubblica Democratica Popolare di Corea della quale ci siamo già occupati nel luglio scorso con un primo articolo . Non mi dilungo oltre e lascio idealmente la parola al Compagno Martini. ___________________________________________________________________________________ L'attenzione dell'opinione pubblica occidentale è attualmente focalizzata, per forza di cose, sugli avvenimenti legati all'Operazione militare speciale russa in Ucraina. In particolar modo, si teme un aggravamento della situazione dal punto di vista nucleare-batteriologico in quanto le forze neonaziste ucraine insistono a bombardare le zone immediatamente adiacenti alla Centrale di Zaporožje; ricordiamo inoltre, sempre a questo proposito, la scoperta da parte dei russi dei laboratori biochimici americani dislocati su tutto il
Jean-Claude Martini Delegato Ufficiale della KFA-Italia Direttore del Centro Studi sul Juche – Toscana e del Gruppo di Studio di Fermo del Kimilsungismo-Kimjongilismo Il mese di maggio di quest'anno si è contraddistinto, oltre che per i vari eventi che si susseguono senza sosta in campo internazionale, per lo scoppio del primo focolaio di Covid nella Repubblica Popolare Democratica di Corea dopo due anni che il Paese si era mantenuto stabilmente a quota 0 contagi. Il governo popolare coreano ha messo in campo una risposta immediata, tempestiva ed estremamente efficace: il 12 maggio il Partito del Lavoro di Corea ha convocato l'VIII sessione dell'Ufficio Politico dell'VIII Comitato Centrale 1 , nella quale si è data informazione che alla fine di aprile ha iniziato a diffondersi la variante Omicron (BA.2) del Covid-19 nel paese. A seguito delle aspre critiche rivolte al settore antiepidemico, l'UP ha decretato il passaggio dal sistema di prevenzione statale al sis