Passa ai contenuti principali

ELEMENTI DI PROPAGANDA NELLA CONTROINFORMAZIONE

Premessa a mo' di "excusatio non petita"

Prego tutti coloro che avranno la pazienza e la bontà di leggere questa mia lunga riflessione di non sentirsi offesi o in qualche modo tirati in ballo; il mio è un discorso puramente generico - nei suoi interlocutori - quanto specifico nei suoi protagonisti.

1-(Dis)Informazione e Contro-(dis)informazione.

Ormai oggi siamo tutti bravi a saper distinguere fra i mezzi di informazione ufficiali, fonte unica della propaganda di regime, e i mezzi di contro-informazione. Sono facilmente individuabili perché contrapposti l'uni agli altri. Da una parte abbiamo i Mentana, Floris, Formigli, Vespa, Berlinguer etc; dall'altra i Mazzucco, i Toscano, i Messora, i Fracassi con i loro strepitosi canali di vera informazione, i loro studi, le loro ricerche storiche. Se vivessimo in un mondo normale basato su logica, giustizia e verità, non ci sarebbe dubbio su chi annoverare tra i mezzi di informazione ufficiale e chi fra i farlocchi spacciatori di propaganda (di scarsa qualità) a buon mercato. Tuttavia questo mondo si fonda sui principi opposti di ottusità, ingiustizia e menzogna e sappiamo come Mazzucco e gli altri vengono considerati, trattati ed etichettati.

Espletata la doverosa distinzione terminologica, possiamo adesso infilarci dentro l'analisi vera e propria.

2-Propaganda storiografica: una piovra dai tentacoli spettrali.

È bene soffermarsi un attimo sulla durata cronologica della propaganda e sulla sua funzione storiografica. Tralasciando la funzione primaria della propaganda - ossia convincere le masse della giustezza di un'azione spesso orribile voluta dalla classe dominante a danno delle stesse masse - è opportuno soffermarsi sul fatto che questa ha una durata che si perde nei secoli assumendo i caratteri storiografici. Per farmi capire meglio porto un esempio: le bombe atomiche americane su Hiroshima e Nagasaki. Dopo il bombardamento atomico delle due città, il governo USA fu costretto a dare una spiegazione di tanta distruzione che appariva immotivata. La macchina della propaganda USA partorì due motivazioni alternative l'una all'altra e, volendo, anche completamentari:

a) Hiroshima e Nagasaki erano i due polmoni principali dell'industria bellica nipponica (falso, ovviamente);

b)invadere dal mare il Giappone avrebbe causato una perdita di vite umane dal lato statunitense che la leadership americana volle in qualsiasi modo evitare.

In entrambi i casi si tratta di spiegazioni "moralistiche" buone soltanto a placare le coscienze dell'opinione pubblica mondiale inorridita dagli effetti di quelle due bombe. Ma la vera ragione di quella decisione nefasta - seppur vincente dal punto di vista della strategia bellica - era prettamente strategica e geopolitica. Non vi anticipo nulla, più avanti spiegherò questo passaggio.

Credo però che adesso possiamo tutti essere concordi sul fatto che una menzogna della propaganda pensata per "ora ed adesso" si propaga nel tempo fino a diventare verità storiografica.

Ho scelto l'esempio del bombardamento di Hiroshima e Nagasaki per la vicinanza storica, politica e ideologica con un personaggio storico che ancora oggi è vittima di una leggenda nera nata proprio dalla propaganda imperialista. Nello specifico la leggenda è stata creata dalla propaganda nazista di Göbbels e poi rivisitata e modernizzata dalla propaganda imperialista anglo-americana.

Sto parlando di Josif Stalin e del comunismo.

La spinta a scrivere questa analisi mi è venuta proprio quando, nello splendido documentario di Mazzucco che ripercorre le motivazioni che hanno condotto alla guerra in corso, ho notato un pizzico di propaganda anti-comunista che ha, dal mio punto di vista, reso la melodia un tantino stonata.

3- Stalin: l'Holodomor e la propaganda nazista; la cospirazione trozkista ed il tradimento cruschëviano.

Oggi quando si pronuncia il nome di Stalin, la prima cosa che si rischia di sentire è "centomilioni di miliardi di morti! L'Holodomor! I gulag!"

Ma da dove parte questa leggenda nera?

Possiamo individuare due punti di partenza. Il primo è, senza ombra di dubbio, la Rivoluzione d'Ottobre del 1917 che instaurò il socialismo in Russia e la conseguente Guerra Civile fra Bolscevichi e zaristi. Il secondo punto di partenza può essere invece considerato l'inizio della Collettivizzazione del 1929-1930.

L'obiettivo della propaganda occidentale, sin da subito, fu quello di demonizzare il nemico bolscevico, come fonte di mali inenarrabili per tutti i popoli della terra e dip.comun mostro sanguinario che andava stroncato con ogni mezzo (vi ricorda qualcosa di simile oggi?). In effetti, la Guerra Civile post-rivoluzione non fu una semplice guerra fra due fazioni politiche, ma una vera e propria prosecuzione del primo conflitto mondiale che vide tutte le potenze imperialiste uscite vincitrici dalla guerra schierarsi contro i bolscevichi. Nonostante ciò la vittoria dei comunisti fu totale e l'URSS poté finalmente svilupparsi come nazione sovrana, seppur sottoposta a sanzioni finanziarie internazionali (deja vu?). La propaganda comunque non si arrestò, ma cambiò registro e regista.

L'occasione fu fornita dalla collettivizzazione dell'agricoltura voluta da Stalin per permettere uno sviluppo industriale, soprattutto del settore dell'industria pesante, rapido ed efficace. Prima di proseguire sulla collettivizzazione, voglio aggiungere una postilla. Perché Stalin sentì la necessità di accelerare i tempi dell'industrializzazione dell'URSS, un paese che era uscito da poco dalla guerra civile e che si presentava come un paese medievale? Perché aveva il timore - poi mostratosi fondatissimo - di dover subire un attacco da parte delle potenze imperialiste che ormai da un biennio stavano cominciando a riarmarsi; per cui era necessario sviluppare l'industria pesante fondamentale per modernizzare ed armare l'Armata Rossa.

Dicevamo della collettivizzazione. La leadership sovietica guidata da Stalin, avendo cominciato l'industrializzazione per tappe forzate dell'URSS, si rende conto che bisogna sfamare i milioni di operai delle città industriali. Si decide così di collettivizzare l'agricoltura, cioè porre fine al regime privatistico delle campagne. In tal modo Stalin vuole perseguire due obiettivi: a) sfamare le città; b) porre fine allo strapotere dei kulachi, contadini ricchi proprietari di enormi proprietà terriere che sfruttavano il lavoro dei contadini poveri. La collettivizzazione fu attuata mediante la creazione di due tipologie di collettività: i kolchoz e i sovchoz. I primi a carattere cooperativo ai quali i contadini aderivano mantenendo una quota di terreno privato e i cui ricavi derivavano dai profitti del kolchoz proporzionalmente ripartiti; i sovchoz, invece, erano terreni di proprietà statale e i contadini, spesso contadini senza terra, aderivano in cambio di uno stipendio. Erano insomma dei dipendenti pubblici.

I problemi nacquero proprio dai kochoz che erano sostanzialmente composti anche dai kulachi oltre che dai medi proprietari terrieri. Sostanzialmente questi dovevano vendere una quota del raccolto allo Stato, al prezzo fissato dallo Stato. Il resto potevano venderlo liberamente nei mercati. I kulachi erano chiaramente contrari a questo regime e cominciarono con il nascondere il raccolto, il bestiame, col derubare le officine addette alla vendita dei macchinari, con il fare la cresta sui prezzi. In poche parole provarono a truffare la collettività. Contemporaneamente verso la fine del 1932 e i primi del 1933, e ancora su questo nessuno studioso saprà mai dare una spiegazione delle cause, una carestia si abbattè sull'Ucraina, ma anche sulla Russia nella regione degli Urali e in Kazakistan. Questa carestia le cui cause, ripeto, non sono ancora state accertate, fu accompagnata dalla dura repressione del governo sovietico che deportò nei campi di lavoro (deportò, non trucidò) i kulachi.

Altra breve postilla: la vicenda dei kulachi si ricollega qualche anno dopo a quella che passò alla storia come "La Cospirazione Tuchacevsky" che coinvolse Trozky e i trozkisti (ricordiamoceli questi), un tentativo - appoggiato dai nazisti tramite Trozky, Kameneve, Zynovev ed altri - di rovesciare Stalin.

Quando e come cominciò a diffondersi la notizia dell'Holodomor?

I primi a darne notizia, forse imbeccati dagli stessi cospirazionisti di cui sopra, furono proprio i giornali nazisti. Subito, questo stupendo artefatto della propaganda, fu amplificato dalla stampa americana e dal governo USA - governo che aveva finanziato e sostenuto l'ascesa di Hitler proprio in funzione anti-sovietica - fino a diventare verità assoluta ed incontrovertibile, alla stregua di un assioma.

Rimesso nel dimenticatoio per alcuni anni, tornò di moda con l'invasione tedesca dell'Unione Sovietica e la nascita del governo collaborazionista ucraino di Stepan Bandera (vi ricorda nulla?). Furono i nazisti tedeschi ed ucraini a bombardare con questa propaganda, bombardamento che ha lasciato tracce evidenti. Anzi, il testimone di questa menzogna fu raccolto dagli Stati Uniti nel secondo dopoguerra e brandita come arma mediatica proprio contro l'URSS che più di tutti aveva contribuito alla sconfitta - temporanea, possiamo dirlo oggi - del mostro nazista. Lo stesso Cruschëv quando diede inizio alla cosiddetta destalinizzazione tirò fuori questa menzogna storica e politica per rendere ancora più grave la posizione di Stalin agli occhi del mondo.

L'Holodomor, poi, è divenuto argomento collante della nuova epopea nazionale Ucraina dopo la fine dell'Unione Sovietica, epopea necessaria per creare un retroterra storico, culturale e nazionalista che giustificasse l'esistenza dell'Ucraina indipendente. Infatti non ci deve apparire strano se gli unici stati a riconoscere l'esistenza dell'Holodomor, considerandolo addirittura come genocidio programmato, sono l'Ucraina, gli Stati Uniti, i Paesi Baltici, la Polonia e qualche stato del Sud America, tutti paesi imbevuti di ideologia anti-comunista e russofoba.

Perché questa lunga premessa storica? Lo vedremo al paragrafo successivo.

4- Dissonanze logiche ed ideologiche nella contro-informazione.

Come ho detto all'inizio di questa riflessione, nel lavoro di controinformazione ravvedo i germi della propaganda storiografica. Lo stesso Mazzucco nell'ultimo suo documentario ha trattato, seppur sommariamente e molto velocemente, la questione della collettivizzazione, utilizzando i termini e i confini gnoseologici sulla vicenda imposti dalla propaganda storiografica.

Questo avviene perché dal 1945 ad oggi, o perlomeno fino al 1992, abbiamo vissuto in un sistema socio-economico e politico fortemente intriso di anti-comunismo che assumeva le vesti di facciata dell'anti-sovietismo, un accomodamento ideologico che permetteva a Berlinguer ed al PCI di affermare di sentirsi "più sicuro sotto l'ombrello della Nato". La propaganda di regime sotto la Prima Repubblica, era una propaganda impostata proprio nel dipingere l'URSS e tutto il blocco socialista come un nemico maligno. Reagan lo definì l'Impero del Male, una definizione macchettistica che ebbe tuttavia un grande risalto ed effetto.

I germi di quella propaganda sono purtroppo tutt'ora vivi e vegeti e agiscono come un cancro che ad un certo punto inibisce una espansione dell'analisi controinformativa la quale, individuando il problema fatica ad individuare la soluzione, riuscendo al massimo ad individuare una falsa soluzione per un falso problema. Perché è molto chiaro quello che è il substrato ideologico della controinformazione italiana. È un substrato il più delle volte a-ideologico - e quindi involontariamente diventa la stampella del substrato ideologico di marca iper-liberista dei nostri tempi - oppure un substrato destrista, quando non apertamente destrorso.

E questo substrato è esattamente figlio di quella propaganda imperialista che ti consente minuscoli spazi di critica, ma ti lascia ingabbiato dentro la stessa bolla dalla quale si vuole uscire attraverso lo smascheramento operato con la controinformazione. Ma questa non vede la bolla che ha un nome ed un cognome: CAPITALISMO IMPERIALISTA.

Il vero nocciolo del problema è esattamente questo. Esso è contemporaneamente causa e fine della propaganda la quale, a sua volta, ha la funzione fondamentale di far accettare subdolamente alle masse tutte quello politiche rivolte esattamente contro le masse stesse.

La propaganda di oggi parte da lontano e affonda le sue radici nell'anticomunismo ossessivo che invase la società e la leadership americane già nel 1943. Basta leggere Eric Hobsbawm ed il suo famigerato "Il Secolo Breve" per capire che gli USA entrarono in guerra non per sconfiggere Hitler, ma per limitare la vittoria dell'URSS; potrete leggere che gli USA aprirono il secondo fronte in Europa solo nel 1944 (con lo sbarco in Normandia) quando capirono che i sovietici avrebbero dato inizio alla più grande offensiva della storia (Operazione Bragation) che avrebbe fatto collassare il fronte orientale nazista, col rischio di vedersi i sovietici alle porte di Parigi; e leggerete pure che Harry Truman diede l'ordine di sganciare due atomiche sul Giappone per spaventare l'URSS e farla desistere da ogni velleità di espansione asiatica ed europea.

È la stessa propaganda anti-comunista che subito dopo la Strage di Piazza Fontana, strage di Gladio (leggasi NATO) con mani fasciste, attribuì il terribile crimine ai comunisti e agli anarchici. La stessa propaganda che nel 1947 coprì le responsabilità politiche dello Stato (Bernardo Mattarella, padre di Sergio, fu uno dei mandanti) e dei fascisti per la Strage di Portella della Ginestra - strage squisitamente dal sapore anti-comunista.

Oggi questa propaganda, che ha assunto i toni anti-russi, ha fatto un passo avanti ulteriore creando i falsi profeti. Uno di questi è Trump, ma lo è stato Salvini in Italia o la Le Pen in Francia. Credere che votare uno di questi personaggi possa risolvere il deficit democratico nel mondo senza intaccare il sistema economico, è come credere di cuocere la pasta senza mettere acqua dentro la padella.

Sintesi e conclusione.

Quindi riepilogando possiamo dire che:

- i canali di controinformazione, pur svolgendo un lavoro straordinario, presentano tutti un pregiudizio ideologico figlio della propaganda storiografica che ne ha, in parte, limitato l'orizzonte dell'alternativa ideologica.

- questo limite li porta a vedere in soggetti politici come Trump o in problemi politici come il GreenPass, rispettivamente, come proposta politica alternativa e problematica da risolvere per riportare indietro il nastro della storia fino ad un punto in cui gli spazi democratici siano ancora liberi ed accessibili a tutti.

- in questa considerazione il ragionamento è totalmente fallace perché parte da una considerazione errata, cioè che basta intervenire sulla sovrastruttura (per dirla in termini marxisti), cioè l'organizzazione politica ed ordinamentale, per vivere in un mondo migliore. La verità sta invece nel ribaltamento di tale logica: bisogna intervenire sulla struttura, ovvero sempre secondo la terminologia marxista, sulla organizzazione economica.

È il modello economico che spinge le élite, o classe dominante, ad operare in questo modo così aggressivo verso i singoli (vedasi GP, vaccini, lockdown etc, come ultima forma di repressione e controllo), sia verso quegli Stati che si oppongono sia al modello politico capitalista sia, soprattutto, al modello economico. Soggetti politici come Trump non sono la soluzione dei nostri problemi, ma parte del problema. Rappresentano il fumo che ci impedisce di vedere che per superare gli effetti, cioè la repressione e le guerre imperialiste, bisogna colpire le cause che risiedono tutte nel modello economico.

Il mio, in conclusione, è un invito verso chi svolge questo grande lavoro a riconsiderare le proprie convinzioni su quello che è stato il nemico numero uno del sistema che oggi combattano attraverso la controinformazione. E quel nemico avrà sempre un nome: comunismo. Perché se su Putin, sulla pandemia o sui vaccini la propaganda occidentale ha sempre raccontato menzogne - e lo diamo per scontato – allora bisogna utilizzare lo stesso metro di giudizio per la propaganda anti-comunista.

Se è vero l’assioma “propaganda occidentale=menzogna”, bisogna applicare un sillogismo aristotelico alla stessa propaganda in prospettiva storica e concludere che “propaganda storiografica storia anticomunista=menzogna”.Se ci rifiutiamo, automaticamente il primo assioma perde di credibilità e veridicità. Delle due l’una: o mentono sempre o non mentono mai.

E la storia dice che hanno sempre mentito .


Commenti

Post popolari in questo blog

ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL COVID-19 NELLA RPDC

  Jean-Claude Martini Delegato Ufficiale della KFA-Italia Direttore del Centro Studi sul Juche – Toscana e del Gruppo di Studio di Fermo del Kimilsungismo-Kimjongilismo Il mese di maggio di quest'anno si è contraddistinto, oltre che per i vari eventi che si susseguono senza sosta in campo internazionale, per lo scoppio del primo focolaio di Covid nella Repubblica Popolare Democratica di Corea dopo due anni che il Paese si era mantenuto stabilmente a quota 0 contagi. Il governo popolare coreano ha messo in campo una risposta immediata, tempestiva ed estremamente efficace: il 12 maggio il Partito del Lavoro di Corea ha convocato l'VIII sessione dell'Ufficio Politico dell'VIII Comitato Centrale 1 , nella quale si è data informazione che alla fine di aprile ha iniziato a diffondersi la variante Omicron (BA.2) del Covid-19 nel paese. A seguito delle aspre critiche rivolte al settore antiepidemico, l'UP ha decretato il passaggio dal sistema di prevenzione statale al sis

HO PAURA LO CONFESSO

HO PAURA LO CONFESSO Oggi è il 25 Aprile e quest’anno questa ricorrenza la sento lontana da me, mi è aliena più di quanto non lo fosse già negli anni passati. Se l’anno scorso, due anni fa, 5 anni fa, non mi sarei unito all’ipocrisia della retorica liturigia della Liberazione, per evidenti elementi che testimoniavano e testimoniano la totale assenza di sovranità e indipend enza nazionale, quest’anno non solo non mi unisco, ma mi limito a soffrire in silenzio. In tutta onestà ho ingenuamente confidato nel fatto che almeno questa giornata la avrebbero in qualche modo salvata dall’ondata di nazismo dilagante, ma mi sono sbagliato. E forse è esattamente questo quello che mi inquieta: non riuscire a prevedere ogni mossa, non riuscire a ipotizzare quanto infinito sia il livello della escremenzialità ideologica della classe dominante. Ho paura, un tipo di paura nuovo che mai prima ho provato e che non riesco a descrivere. È un sentimento nuovo, tremendamente oscuro. È una paura profonda e an

L'IMPERIALISMO VUOLE SPINGERCI A TUTTI I COSTI VERSO LA TERZA GUERRA MONDIALE!

  Ricevo e pubblico con immenso piacere questo articolo del Compagno Jean-Claude Martini, Delegato ufficiale della KFA Italia.  Questo pezzo si occupa della questione Covid-19 nella Repubblica Democratica Popolare di Corea della quale ci siamo già occupati nel luglio scorso con un primo articolo  . Non mi dilungo oltre e lascio idealmente la parola al Compagno Martini. ___________________________________________________________________________________ L'attenzione dell'opinione pubblica occidentale è attualmente focalizzata, per forza di cose, sugli avvenimenti legati all'Operazione militare speciale russa in Ucraina. In particolar modo, si teme un aggravamento della situazione dal punto di vista nucleare-batteriologico in quanto le forze neonaziste ucraine insistono a bombardare le zone immediatamente adiacenti alla Centrale di Zaporožje; ricordiamo inoltre, sempre a questo proposito, la scoperta da parte dei russi dei laboratori biochimici americani dislocati su tutto il